sabato 21 luglio 2007

Siamo immortali?




Voglio affrontare un tema molto caro all’essere umano di qualsiasi provenienza , razza o religione: cosa succederà dopo la nostra morte? Dove andremo? Come saremo?

Il mio non vuole essere un trattato sulla morte, non ho ne la voglia ne le conoscenze per scriverlo, vuole essere una riflessione di una persona normale che semplicemente si guarda attorno.

Gli esseri viventi hanno un ciclo di vita che si può riassumere in tre passaggi principali: nascita – vita – morte; tra gli esseri viventi, l’uomo non è certo un’eccezione!

Molti animali probabilmente non hanno piena consapevolezza dello svolgersi di questo ciclo, altri invece se ne rendono conto e si comportano molto più degnamente di tanti umani. L’umanità comunque da molti millenni ha la consapevolezza della morte.

Sappiamo che siamo nati, che stiamo vivendo e che dovremo morire. Oggigiorno sappiamo stabilire quasi sempre quando una persona sia nata e perchè sia morta, ma dalla notte dei tempi l’uomo si chiede che ne sarà di lui dopo la morte, e tutt’ora non ha una risposta certa.

Tutte le diverse culture hanno tentato di rispondere: alcune dicono che ci sarà la reincarnazione, altre il paradiso, altre l’inferno, altre ancora la gloria.

C’è inoltre una discreta percentuale di persone che pensano che oltre la morte non ci sia nulla, cioè quello che c’è stato (riguardo a noi stessi) prima della nostra nascita.

Per quanto mi riguarda sin da piccolo nei momenti di riflessione, cioè seduto sulla tazza del cesso, mi sono imbattuto in questo quesito così importante.

Le prime volte immaginavo che oltre la morte ci fosse il buio completo, più nulla, come quando spegni la playstation: dopo non è più la playstation, è solo un ammasso di circuiti e plastica.

Mi faceva paura l’idea che dopo la morte non ci fosse più stato nulla, mi rendeva un po’ triste.

Poi iniziai ad andare a catechismo, iniziò l’indottrinamento alla religione cattolica.

Dissero che prima o poi, se facevamo i bravi, tutti saremmo andati in paradiso e avremmo vissuto per sempre.

Al momento la presi come un’ottima notizia, sarei vissuto per sempre!!

In un’altra delle mie riflessioni però mi capitò di pensarci bene alla faccenda del vivere per sempre e rimasi deluso dall’idea. Vivere per sempre, si, ma come? Vecchio o giovane? E poi dove? in paradiso? Io volevo stare a casa mia.

Quello che più mi dava fastidio però era questa faccenda del per sempre, non mi piaceva proprio

E se io avessi voluto smettere? E se mi fossi stancato? Per sempre è un sacco di tempo!

Rimasi quindi confuso per un lungo periodo, indeciso se fosse peggio morire per sempre o vivere per sempre.

Oggi come oggi, come molte persone, sono dell’idea che ci siano solo due strade che portano alla immortalità:

una è quella di trasmettere il nostro DNA; quindi facendo un figlio, che sostanzialmente è una nostra evoluzione, che a sua volta trasmetterà i nostri geni a suo figlio ecc.

l’altra è fare qualcosa per cui tutti ti ricordino; potrebbe essere un’opera letteraria ,un monumento o una scoperta, qualsiasi cosa che diventi poi patrimonio dell’umanità, o comunque che lasci il segno nella storia, nel bene o nel male.

Potremmo quindi, secondo me, vivere per sempre solo negli uomini che verranno dopo di noi, nella loro memoria e nei loro geni.

Per quanto riguarda invece il significato più stretto della parola “vivere” credo che dopo che una volta esalato l’ultimo respiro, per noi sarà tutto finito. Game over.

L’importante è arrivare all’appuntamento felici, sereni e consapevoli di aver vissuto appieno la vita, così una volta che la morte arriverà, ci apparirà come un dolce riposo, come una pace dei sensi dopo l’enorme avventura di cui si è stati protagonisti. L’unica cosa che mi rammarica è vedere che tanti giovani e bambini muoiono senza aver vissuto la loro meritata vita…questo si è un vero peccato, meriterebbero davvero una seconda possibilità.

Voi che pensate succederà una volta che moriremo? E siete felici dell’eventualità di vivere per sempre?

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